Come Vengono Scelte Le Persone Giuste
MA LE NUOVE COMPETENZE VALGON BENE UN BILANCIO

La persona giusta nel posto giusto. Da tempo i progressi della tecnologia e la globalizzazione dell'economia pongono al centro della cultura d'impresa il capitale umano, quale fattore di sviluppo, efficienza e crescita competitiva. Per questo, sempre più anche in Italia, le aziende hanno la necessità di fare un bilancio delle competenze dei propri dipendenti. Per realizzare tale obiettivo, si guarda al modello elaborato in Francia, dove da anni si utilizza una procedura codificata che coinvolge decine di migliaia di lavoratori.

La Francia insegna

Il bilancio delle competenze nasce in Francia dove, rispetto all'Italia, c'è una maggiore sensibilità riguardo alla formazione nel mondo del lavoro (Oltralpe fin dal '71 il diritto alla formazione continua è sancito da una legge). Due decenni dopo, un'altra legge del '91 concede a ogni lavoratore il diritto sia a un congedo individuale di formazione (CIF) sia a un congedo per effettuare il bilancio delle competenze. Non solo, le 'aziende devono accantonare l'1,5% della massa. salariale lorda per finanziare tale spesa.

«Nel '99 in Francia dice Serge Rochet, presidente della rete nazionale dei CIBC (Centres Interconstitutionnels de Bilan de Compélences), istituiti nell'86 dal ministero dei Lavoro e la cui attività è divulgata in Italia dalla Chambre Francaise de Commerce et d'Industrie en Italie di Milano sono stati effettuati circa 100 mila bilanci delle competenze, di cui ben 52 mila per opera dei cento CIBC presenti su tutto il territorio nazionale    Il 70% di essi sono stati realizzati dai demandeurs d'emploi (i senza lavoro), il rimanente 30% da lavoratori in attività, di cui il 10% per richiesta dell'azienda».

 

Una strada da scoprire

In Italia, invece, c'è ancore parecchia strada da fare in proposito. Nel nostro Paese, infatti, riferimenti al bilancio delle competenze sono contenuti nella legge 196/97, che disciplina le norme in materie di occupazione. Soprattutto, il successivo decreto dell'8 aprile '99, che definisce i contenuti delle attività di formazione degli apprendisti, cita, seppur senza Inorganicità e le agevolazioni della normativa francese, il bilancio delle competenze e la certificazione dei crediti formativi acquisiti dai lavoratori.

Ma come avviene un bilancio delle competenze? «Si articola in più fasi spiega Gianpaolo Rossetti, responsabile della Daemetra di Mantova, società di servizi e di consulenza che ha già effettuato un centinaio di bilanci e che sta per ricevere il certificato di qualità da parte dei CIBC francesi colloquio individuale, attività d'animazione per fare emergere ulteriori caratteristiche motivazionali e di personalità, somministrazione di test cartacei e informatici, stesura del portafoglio delle competenze, approfondimento dei contenuti professionali per colma. re eventuali mancanze. In seguito a ciò, è preparato un documento di sintesi, con annesso relativo portafoglio delle competenze, in cui sono presentati, da un lato, le attitudini e le conoscenze, dall'altro un progetto professionale personale che diventa patrimonio dei lavoratore. Qualora il bilancio di competenze derivi da un accordo impresa – sindacati - dipendente, il documento è consegnato sia al dipendente sia al datore di lavoro. Le informazioni fornite a quest'ultimo devono essere conosciute e sottoscritte dal dipendente. Il lavoratore può rifiutare che il datore di lavoro entri in possesso del documento così preparato».

 

Squadra al completo

Tutto ciò è realizzato da un'équipe di specialisti: orientatori, psicologi dei lavoro, specialisti in risorse untane, economisti, giuristi... Notevoli sono i vantaggi, sia per il soggetto sia per l'azienda. «Il primo – afferma Mario Tintori dell’omonima società di consulenza e orientamento di Bergamo, specializzata sul modello francese può così approntare un progetto professionale personalizzato. L'azienda può conoscere le reali Caratteristiche professionali del dipendente, così da legittimare la politica interna delle risorse umane».